Invito a trovarsi nella savana senza armi dinanzi a un leone,
nel bosco dinanzi a un orso,
nel mare con sotto uno squalo,
o in un fiume con coccodrilli,
o in un laghetto con piranha,
o in campagna in mezzo a chinghiali furiosi,
o in città tra cani feroci,
o a immaginarsi di diventare piccoli come uno scarafaggio e di trovarsi davanti a un gatto,
o come una formica e di trovarsi davanti a uno scarafaggio,
o di diventare minuscoli e di trovarsi davanti una formica.
E non si dica che gli animali non hanno ragione mentre l’uomo sì.
Non lo si dica perché è vero: se è da uomini uccidere senza pietà o fare il male gratuito anche, o vendicarsi, è da uomini perdonare, correre in aiuto degli altri, preoccuparsi, curare i feriti, seppellire i morti, prendersi cura dei bambini o dei cuccioli di animali o di chi è malato o debole, creare ospedali, creare luoghi di ristoro, creare associazioni di sostegno al prossimo, creare bellezza, creare arte, creare ordine, migliorare la natura, controllare per quanto possibile il male e i disastri naturali, governare e organizzare.
E’ da uomini aderire a un ordine morale. E’ da uomini piangere. Pentirsi. Prendere la mano dell’altro. Abbracciare. Accarezzare. Sorridere. Ridere. Baciare.
E’ dell’uomo amare. Anche odiare, ma anche amare. Proprio perché l’uomo ha la ragione, ha costruito la civiltà e sa che deve morire, e, quando è veramente intelligente, sa che la morte è solo un passaggio a un’altra vita, e questo lo conforta e lo preoccupa allo stesso tempo e lo spinge a fare il bene. Anche quello degli animali.
Perché è dell’uomo sperare e avere fede in Dio.
Non è l’uomo il più cattivo degli animali. Sono alcuni uomini che sono animali perché hanno rigettato la loro ragione. E pertanto sono peggio delle bestie, che la ragione non hanno mai avuto, e recano il male agli altri, uomini, animali ed enti naturali.
Ma non tutti. La maggioranza, sono uomini. E, di questi, alcuni guardano al cielo.