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Io non sono “etero” (Tranquilli! Leggete prima…)

La chiave dell’affermazione irresistibile delle forze della sovversione risiede anzitutto nella manipolazione della terminologia, che ad arte viene propagata fra la gente dalla potenza immensa dei media. Per questo bisogna non utilizzare mai i loro termini, anche per dire cose buone, perché già nell’accettazione dei loro termini consiste la loro prima vittoria.
Esempio concreto: non esistono persone eterosessuali, e tanto meno “etero”. Esistono le persone. Tra le persone poi vi sono coloro che scelgono di essere omosessuali.
Sembra una pignoleria, ma è facile dimostrare il contrario: chi di noi – a parte i giovanissimi – quando era ragazzo usava normalmente il termine eterosessuale per indicare le persone? Chi di noi è cresciuto sentendo dire comunemente “io sono etero”, “quello è etero”… Nessuno. Oggi invece per i giovani è normale dirlo, e nemmeno immaginano che mai in nessun tempo e in nessun luogo questa espressione era utilizzata ancora solo fino a 10-15 anni fa.
Lo scopo ovvio è quello di far passare l’idea che “etero” e “omo” sono due facce della stessa realtà, una libera scelta esattamente equipollente moralmente.
Ecco la loro vittoria. Anche quando noi lo utilizziamo per esprimere concetti giusti. L’errore è proprio nell’accettazione del loro linguaggio, che è appositamente utilizzato per sovvertire l’ordine mentale naturale e quindi la società stessa. Il linguaggio esprime concetti che evidentemente, proprio perché ormai divenuti possesso dell’intelletto, appartengono automaticamente alla realtà attuale: con il linguaggio si cambia il mondo. Per fare un esempio, se tutti cominciamo a dire parole volgari (come oggi accade) alla fine si vive in un mondo volgare. Se non le diciamo, il mondo non è volgare.
Il linguaggio plasma la realtà della società in cui si vive. Questo i sovversivi lo sanno molto bene (iniziarono questa opera con la Rivoluzione Francese, e non hanno più finito). E questo è solo un esempio fra molti.
C’è in assoluto un solo punto per il quale sono in accordo con omosessualisti, gay, ecc.:
l’omosessualità non è una malattia. Su questo hanno perfettamente ragione. A ciascuno il peso delle proprie scelte. È l’unico punto: ma è dirimente.

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